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| ANALISI

Non solo Tuchel, da Eriksson a Cesarini: tutti i ct ‘stranieri’ della storia

Tuchel è solo l’ultimo di una lunga, ma non lunghissima, lista di allenatori che hanno guidato da stranieri diverse nazionali

Thomas Tuchel è il nuovo commissario tecnico dell’Inghilterra e sarà il terzo allenatore straniero sulla panchina dei Tre Leoni. Una scelta, quella delle federcalcio inglese, che non entusiasma i tifosi ma che comunque ha dei precedenti illustri come quelli di Fabio Capello e Sven Goran Eriksson. Certo ci sono nazioni come la Germania che non ha mai avuto un ct che non sia tedesco mentre due italiani hanno allenato l’Argentina così come un inglese si è seduto sulla panchina dell’Italia all’epoca di Herrera al fianco di Valcareggi.

Ct stranieri, i casi più importanti della storia 

Tornando proprio all’Inghilterra le parentesi Eriksson e Capello non sono state fortunate: nel Mondiale 2022 i Tre Leoni escono ai quarti e lo stesso accade anche a Euro 2004 e ai Mondiali di Germania del 2006. A Euro 2008 di fatto l’Inghilterra non si qualifica e nel 2010 esce addirittura agli ottavi con Capello. In casa Francia ormai 100 anni fa a guidare la nazionale fu l’inglese Sid Kimpton, poi toccò allo spagnolo José Arribas mentre l’ultimo e il più famoso è stato il rumeno Stefan Kovacs che fallì la qualificazione al Mondiale del 1974. Il Brasile segue invece la stessa linea della Germania con solo due allenatori stranieri: l’uruguaiano Ramon Platero e il portoghese Joreca. L’Argentina ha invece avuto due italiani: prima Filippo Pascucci e poi Renato Cesarini. 

Il particolare caso dell’Olanda

A detenere il record di allenatori stranieri è invece l’Olanda con la bellezza di 8 ct diversi e mai olandesi: il primo allenatore di sempre era olandese, Jaap van der Leck, ma dopo di lui arrivarono: Merkel e Donnenfeld, l’inglese Hardwick, il rumeno Schwartz, l’altro inglese Neville, il tedesco Keßler e il cecoslovacco Fadrhonc. L’ultimo fu Ernst Happel, che guidò la nazionale fino alla finale Mondiale del 1978, persa contro l’Argentina.

Jessica Reatini