Milan, il Diavolo è in crisi: Morata l’unica luce tra le tenebre
Ci prova, si sbatte, ma il risultato non è quello sperato: Alvaro Morata è l’ultimo baluardo di un Milan in crisi estrema
Tanto Morata, ma non è bastato. Questo è l’esito della partita giocata ieri a San Siro tra il Milan e il Napoli. La squadra partenopea ha sfruttato le occasioni avute, ha vinto per 0-2 riuscendo a fare ciò che i rossoneri non riescono a fare ormai da inizio stagione: giocare da squadra. Quell’attaccante spagnolo, con il 7 sulle spalle, è stato l’unico a metterci la garra necessaria per un big match di questo calibro. L’unico giocatore a dare tutto dal primo all’ultimo minuto, nel tentativo di poter lanciare un messaggio ai propri compagni – che non lo hanno mai colto – con la sua prestazione. Ci ha provato. Dopo il gol di Lukaku, arrivato dopo soli cinque minuti di gioco, è l’unico che non ha alzato bandiera bianca, ma, anzi, ha provato a reagire cercando di trascinare con sé la squadra. Veniva incontro, cuciva la manovra e poi cercava di proiettarsi in quell’area di rigore spesso troppo vuota, orfana di inserimenti che potessero impensierire la retroguardia napoletana. Eppure, gli spazi c’erano. Eppure, Morata ne aveva aperti parecchi, come quello per Musah che non ci ha creduto su un pallone solo da spingere in rete.
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‘Morata’, quell’urlo strozzato in gola
La rabbia è tanta per Morata. Anche perché, sull’unica occasione buona lui la palla in rete l’aveva messa. Poi, dopo l’iniziale convalida, l’intervento del Var e quindi di Marini che rivedendo la posizione ha annullato il tutto per fuorigioco. Poco da fare, l’obiettività di questa valutazione è incontestabile, ma in bocca resta l’amarezza per una rete che aveva riaperto la partita dopo il raddoppio del Napoli firmato Khvicha Kvaratskhelia. Per inciso: guardate l’intervento di Maignan sulla conclusione del georgiano, è la dimostrazione di come davvero l’unico a non aver mollato e ad averci provato è il 7 spagnolo che tanto stiamo esaltando da amanti del sacrificio e del duro lavoro. Tornando alla cronaca, si ferma in gola l’urlo di gioia e di speranza. Lo speaker urla ‘Alvaro’, lo stadio risponde con ‘Morata’, ma quell’eco si perde nel vuoto così come il duro lavoro di un calciatore che realmente credeva di poter cambiare le cose, ma che ora rischia di farsi rapidamente risucchiare dal vortice tenebroso che sta avvolgendo tutti i componenti di una rosa in estrema crisi.
Niccolò Di Leo