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| ANALISI

Inter, due rose e mezza solo sulla carta: le riserve preoccupano

Dalla panchina non sono arrivate risposte convincenti per Inzaghi, soprattutto nel reparto avanzato

Profonda, a questo punto lo si può dire, il giusto. Perché se è vero che l’Inter sulla carta ha una quantità di soluzioni da far paura in ogni zona del campo sia per cambiare le partite durante alloro corso sia per far rifiatare i titolarissimi visti i tanti impegni, la realtà racconta di come a conti fatti molte di queste cosiddette alternative di lusso siano state tutto fuorché all’altezza dei più sollecitati compagni. Limiti evidenti che sono venuti fuori soprattutto in questo periodo, viste le assenze di autentiche colonne portanti com Calhanoglu e Mkhitaryan, ma che in realtà si erano percepiti anche in una fase ben più embrionale della stagione.

Asllani in crisi, Frattesi scomparso

A centrocampo sono emerse, come si diceva, le difficoltà più recenti: Asllani è stato a più riprese beccato dopo i disastri in Supercoppa e addirittura fischiato a seguito del 2-2 interno col Bologna nell’ultimo recupero infrasettimanale, tanto che c’è chi sta persino ipotizzando una sua eventuale partenza. Discorso diverso invece per Davide Frattesi, che ha una gran voglia di Roma per ritrovare i minuti perduti dopo un’ottima stagione da gregario a seguito della quale sperava di aver scalato di più le gerarchie. Ma mister Inzaghi è legato indissolubilmente alla propria linea mediana Barella-Calhanoglu-Mkhitaryan e ritagliarsi un ruolo importante alle spalle di una cerniera così ben collaudata è stato fin qui impossibile per l’ex Sassuolo, riemerso nelle ultime partite proprio a seguito delle voci di mercato ma soprattutto degli infortuni. E anche lo stesso Zielinski per ora non ha dato le risposte che ci si attendeva, per quanto non abbia neppure a dirla tutta particolarmente sfigurato.

Davanti c’è solo la Thu-La

Ma la situazione davvero drammatica sportivamente parlando la si ha in attacco. Alle spalle di Marcus Thuram e Lautaro Martinez, infatti, finora c’è stato poco più del nulla cosmico. Deludente è stato soprattutto Mehdi Taremi, arrivato a parametro zero dal Porto con tutti i crismi del perfetto terzo violino ma ben presto impantanato in prestazioni, per quanto generose, totalmente insufficienti sul piano della media realizzativa e soprattutto di un killer istinct in area di rigore che appare da tempo disperso. Ancor più in crisi è invece Marko Arnautovic, che spesso e volentieri nelle gerarchie è scivolato persino alle spalle di Joaquin Correa che, pur essendo stato anche escluso dalla lista europea a inizio stagione, qualcosina di buono l’ha fatta intravedere qua e là. 

Niente guai dietro

Le uniche rotazioni che funzionano sono al momento quelle nel reparto arretrato: De Vrij ha sopperito alla grande all’infortunio di lungo corso di Acerbi tornando ad esprimersi su altissimi livelli, coadiuvato da un Bisseck in crescita esponenziale che non ha mai fatto rimpiangere lo spesso assente Pavard. Darmian è il solito tappabuchi sempre affidabile, con Dumfries ormai padrone indiscusso della fascia destra, mentre a sinistra Carlos augusto è stato finora assolutamente all’altezza del compito sia come ricambio di Dimarco che come sostituto di Bastoni (unico vero inamovibile) da braccetto di sinistra. La difesa è perciò blindata e nel calcio italiano, si sa, nulla è più importante di sentirsi ben protetti: non è un caso che Inzaghi stesso chieda ogni anno rinforzi per la propria ultima linea, conscio della centralità della stessa nel suo pensiero tattico. Ma tutto il resto, al momento, ha deluso e non poco: per la prima volta, l’Inter sembra quasi corta. E allungarla appare, specialmente nell’immediato, davvero complesso.

Iacopo Erba