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| ANALISI

Fantasma Vlahovic: dalla panchina apporto nullo. La Juventus riflette

Non è più un titolare della Juventus e non riesce a rendere: quale futuro per Vlahovic?

Cercasi disperatamente Dusan Vlahovic. Lo sa benissimo anche Thiago Motta, nonostante nel post sconfitta contro il Napoli il tecnico della Juventus abbia scelto di agire da pompiere. Niente caso per la punta serba, eppure le difficoltà sembrano evidenti.

Motta il pompiere

È il post partita del match tra Napoli e Juventus, tocca a Thiago Motta prendere parola dopo la prima sconfitta stagionale in Serie A della sua squadra. Subito il tema si sposta su Vlahovic e il tecnico spegne ogni fiamma: «Non create problemi dove non ce ne sono». Al di là dell’evidente ruolo dal pompiere del tecnico, però, c’è da fare i conti con numeri che non perdonano il serbo, soprattutto pensando a quanto avviene quando parte della panchina.

Decisivo a tempo pieno

O Vlahovic parte da titolare, o il suo apporto a gioco e risultati della Juventus è praticamente nullo. Lo dimostrano per esempio le ultime tre partite, in cui Thiago Motta ha scelto di far partire dalla panchina il serbo, al rientro da un piccolo acciacco fisico e non solo. Lo dimostra però in generale anche il rendimento in carriera dell’attaccante bianconero: un anno fa in sei gare da subentrato ha servito un solo assist senza mai segnare. La stagione precedente un solo gol in cinque subentri e nessun assist. In quella ancora prima, a metà tra Firenze e Torino, appena tre partite da subentrato ma zero bonus a referto.

Fantasma Vlahovic

L’ultima partita da titolare per Vlahovic risale ormai al 29 dicembre, proprio nella gara da ex con la Fiorentina, almeno per quanto riguarda il campionato. Poi l’attaccante della Juventus ha giocato la gara di Supercoppa persa a inizio gennaio contro il Milan prima di perdere i gradi da titolare. «Lui è un leader molto positivo per la squadra, rientra da un piccolo infortunio ma quando ha partecipato ha aiutato tantissimo la squadra, sa che può essere anche lui una scelta importante nel secondo tempo per avere un profilo diverso, una caratteristica diversa e mantenere o alzare il nostro livello per fare una partita completa di 95 minuti» ha spiegato Thiago Motta. Eppure nelle ultime tre gare il serbo ha giocato appena ventinove minuti più recupero, con appena tredici palloni giocati e una sola occasione creata. A queste condizioni, l’apporto dell’attaccante è praticamente nullo.

Claudio Ferrari