Le scommesse più amate
Il 90% delle bet sportive viene giocato in multipla perché c’è l’opportunità di aumentare esponenzialmente il proprio guadagno a fronte d’investimenti limitati.
Ogni scommettitore ha un suo stile di gioco e non è semplice ingabbiarlo in una particolare strategia, però c’è un dato statistico che evidenzia come circa il 90% delle bet sia una schedina: per i pochi che non lo sapessero, si tratta di una scommessa incentrata su due o più eventi e viene chiamata anche bolletta o bolla.
L’elemento attrattivo di una multipla è la possibilità di ottenere guadagni elevatissimi anche investendo cifre irrisorie, fermo restando che più aumenta il moltiplicatore e maggiormente complicato sarà poi presentarsi alla cassa; non è quindi un caso che i bookmakers incentivino questo tipo di giocata, riconoscendo un bonus aggiuntivo quando si legano insieme numerosi eventi.
Chi è vicino al mondo delle scommesse avrà , senza dubbio, degli episodi curiosi, divertenti o beffardi da raccontare e chi vi scrive non fa ovviamente eccezione perché, nel momento in cui viene giocata una multipla a quota elevatissima, ci si sente autorizzati a sognare un po’ come quando si tenta la fortuna al SuperEnalotto o alla Lotteria Italia di Capodanno.
Per quanto precede, certe esperienze si stampano in modo indelebile nella memoria e approfittiamo di questo spazio per portare alla luce un vecchio ricordo, ma ancora ben vivo nella mente.
Correva l’anno 2001 e il mondo è molto diverso da quello attuale con internet non ancora completamente presente nella vita quotidiana di ognuno di noi; di conseguenza, per scommettere l’unico punto di riferimento è rappresentato dalle agenzie presenti sul territorio con la regola del “minimo tripla†a rendere sostanzialmente obbligatorio il ricorso alla multipla.
Chi racconta questa storia è uno studente universitario senza troppi soldi da spendere che, nel week-end libero da impegni scolastici, cerca un guadagno extra attraverso il betting con una strategia ben precisa: non più di 20.000 lire (eh sì, non c’è ancora l’euro) a settimana, equamente suddivise in due bollette, una più semplice per fare cassa intorno a quota 5,00 e un’altra per sognare con moltiplicatori superiori al 100 in grado così di produrre una vincita da urlo.
Inutile sottolineare che, mentre la bolla “sicura†regala spesso soddisfazioni, quella folle non entra mai, ma il 28 aprile 2001 la dea bendata sembra aver posto il proprio occhio benevolo sullo scrivente con i primi cinque eventi indovinati prima del calcio d’inizio del match della Liga spagnola tra Valencia-Valladolid: manca soltanto il pareggio tra queste due squadre per portarsi a casa la bellezza di 2.500.000 lire (circa 1250,00 euro) a fronte di un investimento da appena 10.000 lire (5,00 euro).
Ad aumentare la speranza per un lieto fine c’è il fatto che le due formazioni avessero impattato per 0 a 0 gli ultimi tre scontri diretti e anche la prima frazione di gioco non fa eccezione, terminando a reti inviolate; inutile sottolineare l’apnea, la salivazione azzerata alla Fantozzi e ogni sorta di rito scaramantico con cui si segue l’incontro, tuttavia all’improvviso arriva la doccia gelata con il gol al 64° del Valencia che sblocca il risultato.
Tutto sommato, meglio una rete in quel frangente della partita che a ridosso del triplice fischio finale in modo che il Valladolid abbia il tempo per recuperare; gli ospiti si portano quindi disperatamente all’attacco e creano tantissime occasioni, sprecandole però tutte: purtroppo, il risultato non cambierà più, facendo rimanere in gola quell’urlo di gioia che sarebbe uscito se gli ospiti avessero impattato la sfida.
Beffa delle beffe, il successivo duello tra le due contendenti finirà proprio in pareggio con il gol del definitivo 1 a 1 realizzato al minuto 88.
Gli anni passano, le vite cambiano, ma quell’episodio ormai lontano riemerge ogni volta che sento parlare di multiple, non a caso la tipologia di scommessa più popolare tra gli amanti del betting.