Ronaldinho non dimentica il Milan: “Li amo moltoâ€
Una carriera stellare, 17 titoli, tra cui una Coppa del Mondo e una Champions League, Ronaldo de Assis Moreira è stato rossonero dal 2008 al gennaio 2011
Ronaldo de Assis Moreira, per tutti Ronaldinho, è nato a Porto Alegre il 21 marzo del 1980 e, nel primo decennio degli anni Duemila, è stato innegabilmente uno dei calciatori più forti presenti sul pianeta. Dopo gli esordi in Brasile con il Gremio, in Europa ha fatto le fortune di Paris Saint-Germain e, soprattutto, Barcellona, vincendo tutto quello cui un calciatore può ambire: Scudetti, Coppe e Supercoppe nazionali varie, Champions League, Coppa Libertadores e Recopa Sudamericana e, con la selezione verdeoro, Coppa del Mondo, Coppa America, Confederations Cup e un bronzo alle Olimpiadi.
Ronaldinho si racconta
“Sono stato un giocatore felice. Ho fatto la cosa che mi piaceva di più e grazie a Dio ci sono riuscito, giocare è la cosa che più amavo al mondoâ€, afferma Ronaldinho, ospite di Champions Lounge, il ‘salottino’ di approfondimento calcistico in onda ogni giovedì sul canale Twitch dedicato con Fabio Cordella, Sabrina Uccello e Marco Giordano. Iconico, e indelebile nelle menti di tanti appassionati di questo sport, il suo gol segnato al Chelsea: “Non l’ho pensato! È venuto da sé. Ho pensato alla cosa più facile e veloce da fare, ed è arrivatoâ€. L’ex fuoriclasse, 853 presenze ufficiali e 328 reti in carriera (alla media di 0,38 gol a partita), incensa poi alcuni ex compagni: “Oggi ci sono tanti calciatori che mi fanno sorridere, mi danno gioia. Messi, Neymar… tanti giocatori sono bravi. Il calcio è sempre bello, non importa la partita o dove sei. Sempre ti fa emozionare, sognareâ€. Tra i grandi talenti prodotti dal calcio italiano, nessun dubbio: “Per me Roberto Baggio. Mi piaceva troppoâ€.
L’esperienza al Milan
Due anni e mezzo, precisamente dal luglio 2008 al gennaio 2011: tanto è durata l’avventura di Ronaldinho in Italia, con la maglia del Milan. Nessun titolo, ma 26 gol in 95 presenze e l’amore incondizionato del popolo rossonero, che l’ex fuoriclasse non dimentica: “Al Milan i tifosi mi hanno sempre trattato benissimo, anche prima di arrivare in squadra. Anche quando giocavo al Barcellona contro il Milan, mi chiamavano e mi davano affetto. Quando poi sono arrivato, è stato in crescendo. Li amo molto. Cafu anche in allenamento mi ha sempre messo in difficoltà , uno dei più forti. Poi Maldini, un capo. Nel Milan di Fonseca mi piace molto Leao, mi piace vederlo giocareâ€. Poi, una lancia spezzata in favore di Allegri, tecnico del Milan nel momento della cessione al Flamengo e che lo mise fuori squadra dopo una ‘nottata brava’: “Un rapporto buonissimo, un grande allenatore. Non ho avuto alcun problema con luiâ€. Infine, la sua squadra-tipo: “Nel mio 4-3-1-2 ideale in porta c’è Dida. Il terzino destro sarebbe Cafu, il sinistro Roberto Carlos. I due centrali sono Paolo Maldini e Rafa Marquez. Come play Thiago Motta, mentre i due interni di centrocampo sarebbero Deco e Andrea Pirlo. Il 10 non sarei io, sarebbe Leo Messi. I due davanti invece Ronaldo e Romarioâ€.
Giordano Grassi