Vlahovic, sei mesi per prendersi la Juve… o per dirle addio
In scadenza di contratto nel giugno 2026, la prossima estate sarà quella decisiva per il futuro del bomber serbo: senza rinnovo sarà inevitabile la cessione
Volente o nolente, è sempre Dusan Vlahovic il calciatore più chiacchierato quando si parla di Juventus. Che sia per le sue prestazioni in campo, spesso oggetto della critica, per i suoi gol, per l’onerosità dell’investimento effettuato dalla vecchia dirigenza nel gennaio del 2022 o per le trattative legate al rinnovo del contratto che stentano a decollare, il bomber serbo riempie le pagine dei giornali e i servizi televisivi dedicati al club bianconero.
Vlahovic, i numeri con la Juve
Dusan Vlahovic, come detto, è sbarcato a Torino nel gennaio del 2022 dalla Fiorentina a fronte di un maxi-investimento da oltre 80 milioni di euro. Presentatosi da capocannoniere del campionato, a quota 17 in appena 21 presenze, il serbo è andato a segno in 7 occasioni in A, più una in Coppa Italia e un’altra in Champions. Il suo bottino da 9 reti è stato incrementato a 14 nella stagione successiva, quindi a 18 in quella scorsa, con la possibilità di migliorare ulteriormente quest’anno, dove è già a 12 a sei mesi dal termine.
Vlahovic tra rinnovo e cessione
Eppure, nonostante i 53 gol segnati in 124 presenze con la maglia della Juventus, in casa bianconera c’è più di qualche dubbio. In primis, da un punto di vista tecnico, con l’allenatore Thiago Motta che, probabilmente, non lo reputa il terminale offensivo ideale per il proprio credo calcistico. Da non sottovalutare, tuttavia, l’aspetto del contratto: l’ex Fiorentina, infatti, ha beneficiato di un ingaggio a salire giunto quest’anno a 12 milioni netti, una cifra fuori budget per la società torinese dopo il ridimensionamento attuato nelle ultime sessioni di mercato. L’entourage del serbo, poi, non si sarebbe scaldato particolarmente alla proposta di spalmatura con l’inserimento di alcuni bonus legati al rendimento: ecco perché, considerando la scadenza attualmente fissata al 30 giugno del 2026, senza un accordo entro la prossima estate, sarà pressoché inevitabile l’addio.
Giordano Grassi